2019 | Single Work testo critico di Marta Lock

Single Work testo critico di Marta Lock

Single Work testo critico di Marta Lock per la mostra collettiva di artisti internazionali in esposizione negli spazi Medina Roma dal 21 Giugno al 21 Luglio 2019.

Single Work testo critico di Marta Lock

L’arte ha da sempre la caratteristica di unire culture diverse, ognuna con la propria tradizione espressiva; che si discostano apparentemente le une dalle altre pur restando fedeli a un unico comun denominatore: l’emozione.

La mostra internazionale Single Work nasce con lo scopo di riunire a Roma artisti provenienti da tutto il mondo e di aprire le porte a questo incontro di culture; mettendo in dialogo tra loro linguaggi che, molto spesso; al di fuori del contesto artistico, farebbero più fatica a unirsi e comprendersi. La manifestazione creativa è più variegata proprio in virtù della poliedricità che spesso si dipana attraverso differenze, culturali e storiche; costantemente superate e oltrepassate proprio grazie all’approccio universale dell’arte che non ha tempo; non ha razza e non ha religione…

…è semplicemente Arte.

La scelta di far esporre una sola opera, da cui il titolo della mostra Single Work, è stata determinata dal fascino che può esercitare nell’osservatore; il sapere di avere di fronte l’opera che più rappresenta il percorso attuale di ogni artista – che di fatto nuota all’interno di un mondo creativo in continua e perpetua evoluzione -, quello che sente più suo nell’adesso e ora ma che, al tempo stesso, è solo uno scorcio, uno sguardo su un intero mondo da approfondire; su ciò che da un solo lavoro si può appena intravedere e immaginare.

Avere tante voci con toni differenti permette di creare una melodia di più ampio respiro, dove l’estremo oriente può dare il suo contributo e connettersi con il nord Europa; dove il Canada può dialogare con la Polonia, dove l’Italia si sinergizza agli Stati Uniti…

…sotto l’imperativo dell’assoluta libertà stilistica.

Perché in fondo è stato proprio il diritto alla libertà a essere stato rivendicato nella storia dell’Arte Moderna; quella ribellione alle regole imposte dal Classicismo che ha segnato il distacco da un figurativo troppo limitante per sconfinare verso l’Informale e l’Espressionismo Astratto che hanno gridato; a voce alta, il diritto dell’artista a esprimersi secondo il proprio personale sentire.

E all’interno dello stile scelto per farla sentire quella voce, quella forma attraverso la quale manifestare la propria interiorità, ognuno degli artisti partecipanti mostra ciò che sente, scegliendo l’abito che più è affine alle proprie corde; l’esteriorità più liberatoria per un’emotività che può raccontarsi solo attraverso il gesto iniziale dell’artista quando poggia il pennello sulla tela; quell’attimo di pura creazione che darà forma e senso a ciò che sente dentro.

Single Work testo critico di Marta Lock

Gli artisti talentuosi di Single Work regalano alla Galleria Medina, una lunga passeggiata all’interno dell’Arte Moderna e Contemporanea: si passa dall’Espressionismo del britannico Razaval Gabriel Stama e dell’acquarellista serba Jelena Dokic all’Astrattismo Geometrico del francese Joseph Buis. Dal Neorealismo dell’italiana Nunzia Lastella e della cinese Ben Ben Cai al Metafisico di Marilena Lamantia. Dal Surrealismo quasi Astratto della canadese Marie France Boisvert e al Surrealismo puro dell’italiana Rosanna Di Cecca alla Fotografia Artistica di Tiziana Pennacchi; dal Materico Esistenzialista dell’italiano Raffaele Saccà al Realismo Onirico dell’austriaca Karin Walser.

Dal Nouveau Realisme Pop della svizzera Adelia Clavien al Realismo Metafisico dell’italiana MeLù; dall’Astrattismo del polacco Krzysztof Konopka; dell’austriaco Thomas Christian Koller e dell’italiano Daniele Digiuni all’Espressionismo Astratto degli statunitensi Donald Don Moon e Kevin J. Padilla; del cipriota Panicos Panagi e dell’italiano Adriano Bernetti Da Vila per finire con il Neoclassicismo Espressionsta del francese Achao. Ognuno con la propria personale interpretazione. Ognuno con un differente punto di vista; con un diverso sentire seppur rientrante nella medesima corrente stilista di un altro.

Ed è proprio questa la meraviglia di questa mostra, scoprire, di opera in opera, l’anima; l’essenza che si nasconde dietro il dipinto…

…la modalità con la quale ognuno di loro lascia fuoriuscire quell’interiorità che non riesce a trattenere; le influenze artistiche del territorio da cui provengono e che segnano una profonda traccia nella loro formazione. Qualcuno è più metafisico, negli interrogativi e nel raccontare i disagi dell’uomo contemporaneo; qualcun altro più nostalgico nel suo descrivere attimi di ricordi da cui si sente ancora avvolto; altri più impulsivi nella loro urgenza impellente di trasmettere su tela l’emozione di quell’attimo unico e irripetibile che è il contatto dell’artista con il proprio estro creativo. Una mostra corale e globale, una connessione quasi sinaptica che ribalza da un posto all’altro del mondo facendo vibrare le corde emotive; scoprendo contaminazioni stilistiche e possibilità di un dialogo per immagini che compie la magia di parlare; tutti, con un unico linguaggio, quello dell’Arte.

Single Work testo critico di Marta Lock

Single Work a cura di Annalisa Perriello e critica di Marta Lock.

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