Davide Gualtieri – Fotografia concettuale e poetica

Approfondiamo l’opera del fotografo Davide Gualtieri (profilo FB e profilo IG), artista che seguiamo da tempo e che vogliamo conoscere meglio. Per poter immaginare delle prospettive future per un percorso di crescita reciproca.

Ecco le domande di Palma Costabile e le interessanti risposte di Davide Gualtieri…

 

davide gualtieri

L’immagine di me moltiplica e confonde, 2019

Palma Costabile Davide, dai tuoi scatti emerge una concettualità spiccata. Che di solito si esprime con caratteristiche surreali. Mentre i tuoi lavori sono tipicamente sospesi fra contemplazione ed una sorta di cristallizzazione di scene teatrali o cinematografiche. Quali sono le origini della tua ispirazione artistica?

Davide Gualtieri Quando, in veste di regista teatrale, mi fu chiesto di nominare i miei maestri dissi che oltre ai grandi pedagoghi e registi teatrali del ‘900, a tutte le persone con disabilità che ho conosciuto, maestra è stata la sofferenza. Credo che molti artisti abbiano fatto della sofferenza il motore della propria ricerca, soprattutto della ricerca poetica.

Ecco, mi interessa cercare la poesia, nel teatro come nella fotografia.

Ci ho riflettuto molto e credo, per quanto sia difficile ragionare su se stessi, di cercare l’immagine in movimento, che esca dai canoni da manuale, e che non spieghi tutto. Lascio zone dove proiettare fantasie e ombre, certamente mie, nelle quali rispecchiarsi. Come nel teatro, anche in fotografia cambio punto di vista, osservo il mondo, la stessa porzione di mondo, da angolazioni diverse. Non nego anche l’influenza del cinema di Andrej Tarkowski, apice di ritmo poetico e ombre da decifrare.

davide gualtieri

A body landscapes #9, 2019

Palma Costabile Approfondendo ulteriormente l’analisi, la tua fotografia evoca spesso la metafora della dualità: la luce incide presenze/assenze, messe a fuoco/defocalizzazioni e riflessi/specchi. A volte la dualità acquisisce un flavour di complementarietà, come ad esempio corpo/spirito. Tu senti anche un altro tipo di complementarietà uomo/donna fra te ed i tuoi scatti dove spesso ci sono figure femminili? Anche con componenti di eros.

Davide Gualtieri Recentemente ho approfondito l’arte di Duchamp e ho trovato qualcosa che mi appartiene. L’erotismo come motore dell’esistenza.

La dualità è per me un opposizione che genera tensione, energia, tra i poli del desiderio e del soddisfacimento del medesimo.

Erotismo quindi. Fotografare per me è un atto erotico, necessario, imprescindibile. Nella dualità maschile/femminile mi muovo sull’esplorazione del femminile come oggetto delle mie foto, ma paradossalmente soprattutto come soggettività alla ricerca del maschile.

davide gualtieri

The lady and the sea, 2019

Palma Costabile Una tua ricerca interessante è quella quasi poetica dell’energia; alcune scene sono cariche di potenziale che sta per essere bruciato: è il caso della folata di vento in arrivo o del passo di danza in piroetta. Pensi di continuare ad esplorare questo studio?

Davide Gualtieri Entra in gioco qui una riflessione sulla inevitabilità del percorso da prendere. Lavoro in modo istintivo, ma ultimamente sto cercando, per mettermi alla prova, di definire dei progetti con delle regole.

Il potenziale non esploso è qualcosa che fisso nell’immagine in modo istintivo.

Io e il soggetto: da qui inizia un atto performativo dove gioco con lo spazio e la luce. A volte però sento l’esigenza di costringermi a prendere altre strade. Per questo inizio a mettere limiti per provocare la mia creatività.
Quindi vorrei proseguire su entrambi i piani.

Quale strada ti ha portato qui, 2019

Palma Costabile Per te il dettaglio è un microcosmo autoconsistente o è un frammento di un mondo organico più ampio?

Davide Gualtieri Il teatro No giapponese è regolato dallo Jo – Ha – Kyu. Zeami, il fondatore del teatro No, nel XV sec. affermava che una giornata di teatro Nō riuscita è strutturata in un Jo – Ha – Kyu, e che ogni parte ha il suo Jo – Ha – Kyu e così via, potenzialmente andando all’infinito. Ogni parte dello spettacolo, ritmo, musica, drammaturgia ha il suo Jo – Ha – Kyu infinito.
Jo – Ha – Kyu, significa trattenere, rompere, rapidità. E’ un ciclo che ritorna (anche nella vita a mio avviso). Ogni frammento ha il suo mondo e così all’infinito. Ogni frammento di frammento è indipendente. Dipende da cosa voglio circoscrivere, ma

direi che il dettaglio è mondo a sé e contemporaneamente parte di un universo.

 

Palma Costabile Quali pensi possano essere i prossimi passi nel tuo percorso di crescita artistica?

Davide Gualtieri Sperimentarmi in ambiti non battuti, senza rinunciare al mio modo usuale. Innanzitutto fotografare il mondo in modo più nitido, come a voler fissare momenti di storia quotidiana, poi provare a creare progetti seriali, nonché sperimentare con la macchina come il regista sperimenta con l’attore, ovvero cercando azioni in movimento, cambiando punti di vista e esplorando lo spazio. E poi sarà l’osservazione del mondo a guidare le mie scelte.
Di certo ho voglia di coltivare la scomodità e il limite come stimoli per creare nuova arte.

 

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