Soile Yli-Mäyry, focus by Chiara Quintavalla

[ENG] Soile Yli-Mäyry artist, focus by Chiara Quintavalla

“I feel lucky I am able to travel the world and meet audiences across the world, from different cultures, in different countries. Could an artist ask for any more? I don’t think so”.
These are the words of Soile Yli-Mäyry, one of the most prominent visual artists from Finland. Her long, successful career all over the world was, and still is, possible thanks to the universal themes her art conveys. Themes such as the loss of humanity and people’s alienation caused by the urban, digital world are very common nowadays and have been for the past years. In order to explain the situation we are living in, the artist has developed the concept of “digital slaves”: behind numbers, such as pin codes, man has outsourced himself, but despite all the coding, we must keep in mind that a person’s name plays a crucial role in establishing their identity.

Soile Yli-Mäyry

These particular codes…

…and numbers can be seen in both her oil paintings and glass sculptures. The artwork is plasticized and glazed and, according to Soile Yli-Mäyry, the same thing happens to people; they glaze and mold to the point of suffocating and becoming “digital slaves”. This occurs especially to young people. All of their feelings, including love and hate, are virtual. The majority of them is afraid to face living life and people.

In this alienating world, the purpose of the artist is to experience sadness but bring beauty and delight to others. That is why the majority of the colors of her paintings and sculptures are joyful and bright. As with musical notes, each color plays an essential role in the overall composition. She often talks about music and how her art is related to it. As musicians study the basis in order to have the ability to improvise, so should visual artists, and so did Soile Yli-Mäyry. She began her studies in Germany with a classical style, specialized in portraits. A crucial event in the development of her own style occurred when Rastatt Palace was looking for students to restore some sculptures of its collection. Soile applied. Following that experience, she felt inspired to produce three-dimensional artworks, even for the painting’s bidimensional surface.

From the moment she was born…

…the artist had the ability to observe and comprehend others. Since both of her parents were deaf, she grew up watching them communicate with sign language and had to translate ASL to the other inhabitants of the town, who considered her parents odd. Due to this situation, the artist developed a very strong sense of awareness of the world and people around her. With her art, Soile Yli-Mäyry creates a bridge between people from all over the world with different cultural backgrounds and religious beliefs. According to her, that is the purpose of all forms of art, including music, theater, visual arts and literature.

The Finnish artist uses a palette knife to create her paintings. She employs paint in a variety of techniques, including thin, even coats and both thick and scraped lines to give her work a three-dimensional appearance. She considers the incisions to be a permanent mark on the painting surface, as opposed to brush strokes, which can be covered and changed countless times.

In her former hometown Kuortane…

…Soile Yli-Mäyry established an art center where she exhibits not only her visual paintings but also the most recent glass sculptures and glass totems made in Murano, Venice. According to the artist, glass is hard and shiny, yet it breaks just like many people’s opinions. Her first approach with the glass technique started in 2006, when the director of an Italian glass workshop, Adriano Berengo, discovered the vivid creations of the Finnish artist when visiting the Miami Art Fair in the United States. Berengo encouraged Yli-Mäyry to use the glass technique for her works. As a result, she developed a connection to the Italian island of Murano, where she produces her glass sculptures two to three times year.

Soile Yli-Mäyry

[IT] L’artista Soile Yli-Mäyry, il focus di Chiara Quintavalla

“Mi sento fortunata perché posso viaggiare e incontrare il pubblico di tutto il mondo, di culture diverse, in paesi diversi. Un artista potrebbe chiedere di più? Non credo”.
Queste sono le parole di Soile Yli-Mäyry, una delle principali artiste visive finlandesi. La sua lunga carriera di successo in tutto il mondo è tutt’ora tale grazie ai temi universali che l’artista affronta, quali la perdita di umanità e l’alienazione delle persone a causa del loro rifugio nel mondo urbano e digitale, temi ancora attuali ai giorni nostri. Per spiegare la condizione nella quale viviamo, Yli-Mäyry ha sviluppato il concetto di “schiavi digitali”: dietro numeri, quali i codici pin, l’uomo ha estraniato sé stesso. Tuttavia, bisogna tenere presente che il nome di una persona gioca un ruolo cruciale nello stabilire la sua identità.

Questi codici e numeri…

…compaiono sia nei dipinti ad olio dell’artista che nelle sculture in vetro. Le opere d’arte sono plastificate e smaltate e, secondo Yli-Mäyry, lo stesso accade alle persone: si plastificano e si modellano fino a soffocare e a diventare appunto “schiavi digitali”. In particolar modo, questo accade ai giovani. Tutti i loro sentimenti, compresi amore e odio, sono virtuali. Molti hanno paura di affrontare la vita e le persone reali.

In questo mondo alienante, l’obiettivo dell’artista è sperimentare la tristezza, ma portare bellezza e gioia agli altri. Ecco perché nella maggior parte dei suoi dipinti e delle sue sculture i colori sono vividi. Come per le note musicali, ogni colore svolge un ruolo essenziale nella composizione. L’artista parla spesso di musica e di come la sua arte sia legata ad essa. Come i musicisti studiano le basi per avere la capacità di improvvisare, così dovrebbero fare gli artisti visivi, e così ha fatto Soile Yli-Mäyry.

Per questo motivo ha iniziato i suoi studi in Germania con uno stile classico, specializzandosi in ritratti. Un evento cruciale per lo sviluppo del suo stile si presentò quando il Palazzo Rastatt era alla ricerca di studenti per il restauro di alcune sculture della loro collezione. Soile si propose. In seguito a tale esperienza, ha sentito la necessità di produrre opere d’arte tridimensionali, anche sulla superficie bidimensionale della tela.

Soile Yli-Mäyry

Fin dalla nascita…

…l’artista ha avuto la capacità di osservare e comprendere l’ambiente che la circonda. Avendo entrambi i genitori sordi, è cresciuta guardandoli comunicare con il linguaggio dei segni e traducendo l’ASL agli altri abitanti della città, agli occhi dei quali i genitori dell’artista risultavano strani. Per questo motivo, Soile Yli-Mäyry ha sviluppato un forte senso di consapevolezza del mondo e delle persone che la circondano e una spiccata sensibilità. Con la sua arte, si crea un ponte tra le persone provenienti da tutto il mondo, da diversi contesti culturali e con credi religiosi differenti. Secondo lei, questo è lo scopo di tutte le forme d’arte, compresa la musica, il teatro, le arti visive e la letteratura.

L’artista finlandese utilizza una spatola per creare i suoi dipinti. La sua pittura ha diverse tecniche, tra cui strati sottili e uniformi, linee spesse e incisioni, che conferiscono alle sue opere un aspetto tridimensionale. Yli-Mäyry considera le incisioni un tratto permanente sulla tela, al contrario delle pennellate, che possono essere coperte e cambiate un’infinità di volte.

Nella sua città natale…

…Kuortane, Soile Yli-Mäyry ha fondato un centro d’arte dove, oltre ai dipinti, presenta le ultime sculture e totem in vetro realizzati a Murano. Secondo l’artista, il vetro è duro e brillante, ma si può incrinare e rompere, proprio come le opinioni di molte persone. Il suo primo approccio con la tecnica del vetro inizia nel 2006, quando il direttore di un laboratorio di vetro italiano a Venezia, Adriano Berengo, scopre le vivaci creazioni di Yli-Mäyry, durante una visita alla Miami Art Fair negli Stati Uniti. Berengo le fece notare che le sue opere d’arte sarebbero state meravigliose da realizzare su vetro. Di conseguenza, l’artista ha sviluppato un legame con l’isola veneziana di Murano, dove si reca due o tre volte l’anno per realizzare le sue sculture in vetro.

 

References

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