Fabio Cicuto, prima mostra di C.A.S.E.

Fabio Cicuto, prima mostra di C.A.S.E.
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Quando
Date(s) - 28/09/2022 - 11/10/2022
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Dove
Gatsby Cafè


Dal 28 Settembre all’11 Ottobre 2022 Medina Art Gallery presenta la mostra personale di Fabio Cicuto, primo evento nell’ambito del progetto C.A.S.E. | Contemporary Art Sparkling Events, ideato insieme a Gatsby Cafè ed a cura di Gianluca Carchia.

Opening Mercoledì 28 Settembre alle ore 18 al Gatsby Cafè Piazza Vittorio Emanuele II 106 a Roma.

Cos’è C.A.S.E? Gatsby Cafè e Medina Art Gallery sperimentano. Cosa? Eventi informali di aggiornamento ed approfondimento della scena artistica contemporanea ed emergente. Valicando gli spazi tradizionali… scopri di più…clicca qui!

Fabio Cicuto

Curriculum importante, classe 1960, la sua ricerca artistica parte direttamente dalla Roma irripetibile della sua adolescenza, geniale e dannata da Pasolini a Schifano. “Dipingo, se posso, in ogni momento. Dipingo anche quando non dipingo. Dipingo anche quando cammino […] Devi cercare di toglierti la pelle quando crei un’opera, diventando iperautocritico. La creazione è il tentativo di cambiare il mondo e non di tenerselo com’è”. Il pantheon di Cicuto spazia da Leonardo a Kounellis, da Rothko a Burri. Clicca qui e scopri di più su Fabio Cicuto!

Fabio Cicuto

La ricerca psico-pittorica di Fabio Cicuto, a cura di Gianluca Carchia

Fabio Cicuto viene qui presentato attraverso un piccolo ma rappresentativo e prezioso insieme della sua vasta produzione artistica. Che siano le Memories o la serie Big Heart insieme ai fiori, la sua ricerca evolve tra il Pop e l’Informale europeo, utilizzando la macchia per evocare piuttosto che rappresentare uno stato d’animo e un ricordo.

Gli anni Sessanta, con le tesi di Barthes e Sarte qui sono rappresentati in modo essenziale. L’esistenzialismo assume forme moderne e la sensazione di nausea e di malessere psichico vengono sintetizzati con una semplice linea nera e con dei segni che ricordano le opere romane di Cy Twombly.

Ma Cicuto attraversa la storia dell’arte del Novecento giungendo fino all’Informale di Fautrier e Wols. Da questi, al di là del gesto materico, l’artista osserva rigorosamente un linguaggio che ha un’ambiguità e una pluralità infinita di significati: l’arte psicologica risiede proprio qui con la capacità di rappresentare l’intero spettro dell’anima. Uno sguardo totale che vede scomodare anche la Scuola di Piazza del Popolo, come Schifano ad esempio, anche se quest’ultimo era più legato agli aspetti consumistici della società. Mentre Cicuto va oltre, anzi, sceglie un’altra strada: quella dell’introspezione psicologica per raccontare la processualità di un’energia attiva, vivente e che ora ha necessità di essere analizzata criticamente.

La capacità di Cicuto si sviluppa nell’utilizzo di diversi linguaggi espressivi: se le Memories hanno dei segnali di astrazione psicologica, i fiori e i cuori rimandano ad un sostrato figurativo che conduce verso il sistema Pop americano e italiano. Le sue rose si distaccano da quelle pop di Warhol e da quelle poveriste di Kounellis, perché ci restituiscono delicatezza e fragilità (mescolando colori forti e acidi su un fondo nero da cui emergono silhouette). Poi, conscio della necessità di trasmettere la vita interna della rosa, realizza delle pieghe sulla tela per suggestionarne in maniera sinestetica la qualità.

Il ricordo e la sua essenza vengono ricostruiti sulla tela seguendo un percorso di analisi introspettiva, come nei romanzi di James Joyce, dove il linguaggio è la piattaforma che rappresenta l’anima. La stessa dinamica si innesca nelle opere di Cicuto in quanto la pittura diventa il luogo dove il vissuto dello spirito, i suoi ricordi e la sua essenza, si realizzano pienamente come elementi imprescindibili della certezza dell’Io.

L’indagine della psiche si fonde con la ricerca pittorica, dove la materia non è mezzo sostanziale ma ausilio formale per poter circoscrivere i ricordi e il loro peso. Il gesto, quindi, va oltre la sua realizzazione come momento espressivo. I ricordi sono ciò che qualificano il vissuto di un uomo, e il secondo esiste imprescindibilmente dal primo. Anzi, in alcuni casi lo quantifica.

Abbiamo di fronte un’arte completa, dove la superficie pittorica esprime, con struttura, l’intero spettro di una indagine psicologica.

Un’arte contemporanea che necessita un attento sguardo non solo dal punto di vista estetico ma, soprattutto, da quello interiore. Per avvicinarsi a tutte le connessioni mentali e memorali che hanno mosso il pennello dell’artista.

The psycho-pictorial research by Fabio Cicuto, curationship by Gianluca Carchia

Fabio Cicuto is presented here through a small but representative and precious collection of his huge artistic production. In Memories or Big Heart series together with flowers, his research evolves between Pop and the European Informal, using the stain to evoke rather than represent a state of mind and a memory.

The Sixties, with the theses by Barthes and Sarte, are represented here in an essential way. Existentialism takes modern forms and the feeling of nausea and psychic illness are summarized with a simple black line and signs that recall the roman works by Cy Twombly.

But Cicuto goes through the history of twentieth-century art, reaching the Informal by Fautrier and Wols. From these, beyond the material action, the artist rigorously observes a language that has an ambiguity and an infinite plurality of meanings: psychological art lives right here with the ability to represent the entire soul spectrum. A total look that also sees Piazza del Popolo School, like Schifano for example, even if the latter was more connected to the consume aspects of society. While Cicuto goes further, indeed, he chooses another way: psychological introspection to focus on the process of an active, living energy that now needs to be critically analyzed.

Cicuto’s ability develops in the use of different expressive languages: if the Memories have signs of psychological abstraction, the flowers and hearts refer to a figurative substratum that leads to the American and Italian Pop system. His roses stand out from the pop ones by Warhol and from the poor ones by Kounellis, because they give us back softness and fragility (mixing strong and acid colors on a black background from which silhouettes rise). Then, aware of the need to convey the internal life of the rose, he creates folds on the canvas to suggest its quality in a synesthetic way.

The memory and its essence are reconstructed on the canvas following a path of introspective analysis, as in James Joyce’s novels, where language is the platform that represents the soul. The same dynamic is triggered in Cicuto’s artworks as painting becomes the place where the experience of the spirit, its memories and its essence, are fully realized as essential elements of the ego assurance.

Investigation of the psyche merges with pictorial research, where matter is not a substantial means but a formal aid to be able to circumscribe memories and their weight. The gesture, therefore, goes beyond its realization as an expressive moment. Memories are what qualify the experience of a man, and the second exists inextricably from the first. Indeed, in some cases it quantifies it.

We are faced with a complete art, where the pictorial surface expresses, with structure, the entire spectrum of a psychological investigation.

A contemporary art that needs a careful look not only from an aesthetic point of view but, mostly, from an interior one. To get closer to all the mental and memorial connections that have moved the artist’s brush.

References

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