La solitudine necessaria di Luca Tridente e Claudio Valentini

La solitudine necessaria di Luca Tridente e Claudio Valentini
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Quando
Date(s) - 08/11/2019 - 14/11/2019
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Dove
Medina Roma


La solitudine necessaria di Luca Tridente e Claudio Valentini

La solitudine necessaria di Luca Tridente e Claudio Valentini dall’8 al 14 Novembre 2019 presso gli Spazi Medina Roma. Una mostra a cura di Giulia Bonetti con un unico fil rouge, la solitudine, che accomuna la pittura di Tridente con la fotografia di Valentini; una tematica che offre due soluzioni escatologiche differenti.

Inaugurazione: Venerdì 8 Novembre ore 18:00.

Apertura al pubblico: Lunedì-Venerdì 10:00-13:00 e 15:00-19:00.

La solitudine necessaria di Luca Tridente e Claudio Valentini

Il tema della solitudine è connesso all’attività dell’artista, come illustrato da Dürer nella sua più nota incisione: Melancholia. L’atto creativo implica una intrinseca tensione alla solitudine; l’artista è con sé nel momento in cui cerca di concretizzare la sua folgorazione, a volte in una battaglia personale come nell’opera di Tridente; altre volte in una dimensione contemplativa attraverso lo sguardo com-passionevole sul mondo, come nel caso di Valentini.

Non stupisce in questo senso che il punto di contatto tra i due artisti e la tecnica incisoria sia proprio una tavolozza cromatica scarna; quasi che anche i colori offrissero una compagnia e un valore benevolo non indicati per raccontare la solitudine.

Osservando più attentamente l’opera dei due artisti, si evince già dalle prime battute che hanno indagato questo tema in maniera quasi antitetica.

Luca Tridente

…invita lo spettatore a compiere un viaggio dentro di sé, infatti, è evidente in tutte le opere il costante richiamo ad una battaglia interiore. Non si è mai davvero soli davanti ad un suo quadro ma è come se l’io si sdoppiasse per potersi guardare, sfidare e migliorare. Ad esempio nell’opera Teschio e Generale, un militare è chiamato a compiere una scelta estrema di vita e di morte.

La solitudine necessaria di Luca Tridente e Claudio Valentini

Il teschio diventa simbolo, ma non come convenzionalmente si crede di “vanitas”; bensì paradossalmente, simbolo di una scelta vitalistica, è li, immenso di fronte a noi; perché noi possiamo vederlo ed evitarlo e compiere un’altra strada, darci un’altra possibilità: quella di sopravvivere, o meglio di vivere coraggiosamente. Non è un caso che quando Tridente non si mostra nell’arena in prima persona, utilizzi degli animali. Termine che deriva dal latino e indica proprio “che dà vita, animato”.

La solitudine di Tridente si realizza in un’azione tutta interiore dove le coordinate e i riferimenti con il mondo reale sono dati solo da silhouette (ombre) figurative; ma perdiamo completamente ogni dato spazio-temporale, non siamo in un luogo; non siamo in uno tempo specifico eppure Siamo. Potremmo parafrasare l’antico adagio sufi “il pellegrino, il pellegrinaggio, il cammino, niente altro che me in viaggio verso me stesso” in una versione tridentiana “nient’altro che me in lotta con i miei demoni per liberare me stesso”.

Claudio Valentini

Per Claudio Valentini, al contrario, la solitudine è una dimensione contemplativa che ha una qualità narrativa. Qui lo spazio e il tempo sono ben definiti, riusciamo ad individuare i luoghi, comprendiamo dalla luce le stagioni; ma soprattutto nella sua opera intuiamo la storia. Valentini coglie le azioni quasi sospese, per cui possiamo raccontarci cosa è appena accaduto e cosa sta per accadere. La solitudine è in questo caso esteriore. L’artista ci invita a sederci accanto a lui e ad osservare, contemplare l’azione (contempl-azione) ed ammirare la realtà; le azioni umane ma anche i gesti quasi impercettibili della natura.

La solitudine necessaria di Luca Tridente e Claudio Valentini

La solitudine necessaria di Luca Tridente e Claudio Valentini

Si prenda ad esempio l’opera Onde; qui con una lunghissima esposizione, Valentini fotografa le onde restituendoci così la traccia dello spostamento dell’acqua; come a voler condensare in un unico fotogramma una scansione narrativa in una sorta di post-futurismo; che anziché restituirci l’energia ci offre in un ossimoro l’immagine statica di uno spazio\tempo in mobile. Chiaramente questa visione esteriore crea una eco dentro di noi, in una forma primigenea quella dell’acqua; che insieme al cielo, diventano l’impianto scenografico costante di questo racconto. Un’intenzione sacrale dove noi siamo soli ma costantemente connessi al tutto.

Ed ecco che i due artisti, un pittore ed un fotografo, ci offrono soluzioni escatologiche differenti: Tridente ci invita ad essere protagonisti attivi della nostra solitudine e Valentini osservatori attenti della realtà circostante. Noi spettatori ci troviamo quindi attivi e attenti; in un paradigma di colori essenziali dal quale non possiamo scappare e così, di fronte a noi stessi, la solitudine diventa necessaria.

 a cura di Giulia Bonetti

La solitudine necessaria di Luca Tridente e Claudio Valentini