Nos Folies di Valerie HONNART – Art Exhibit

Nos Folies di Valerie HONNART - Art Exhibit
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Quando
Date(s) - 23/10/2020 - 29/10/2020
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Dove
Medina Roma


Nos Folies di Valerie HONNART

A seguito dell’online exhibit di Maggio 2020, la mostra fisica e personale Nos folies di Valerie Honnart dal 23 al 29 Ottobre 2020 con testo a cura di Lucia Collarile.

Vernissage Venerdì 23 Ottobre alle ore 18.

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Nos Folies di Valerie HONNART

 

Dopo “Sisifo Felice” dello scorso anno, Nos Folies di Valerie HONNART dal 22 al 30 Maggio 2020: online exhibition sui canali web&social Medina Roma. Le opere in catalogo (che vanno dal 2005 al 2019) costituiscono una prestigiosa serie alla seconda exhibit. Già lo scorso Settembre 2019 infatti la medesima è stata in mostra presso la Fondazione Culturale dell’Ermitage presieduta da Martine Boulart.

Online Opening: Venerdì 22 Maggio ore 18:00

Nos Folies di Valerie HONNART

Valérie HONNART è un’artista complessa, fuoco che arde sotto la pittura. In una dialettica interna tra sostrato e soggetto, sembra riattivare sotto un cielo di tela carbonizzata, o di legno e di seta, il nitore febbrile di impatti esistenziali che l’hanno colpita. Così nella sua pittura si produce una collisione permanente tra vissuti mnesici che l’artista interiorizza, lascia fermentare – “ricordi di luce come falene incollate contro la finestra interiore” (1) – medita e mitizza. Tutto è pretesto per viaggiare, ma un viaggio nel profondo, un viaggio in assenza di gravità dove il corpo frammentato – angelo folgorato – tenta un’unità di apparizione.

Nos Folies di Valerie HONNART Furiosa, 80×70, inchiostro di china su seta, 2019

Gaston Bachelard scriveva: “Vi sono voli leggeri, e vi sono voli pesanti” (2). E l’universo di Valérie Honnart oscilla proprio fra questi due voli. Sfidando la legge di gravità nel senso di un’elevazione spirituale e di un ritorno alla polvere della nostra condizione. Attraversata dall’idea nietzscheana del tentativo di riconciliazione tra gli astri e l’abisso, abitata da una materia che aspira alla trascendenza, Valérie Honnart si batte e si dibatte all’interno di un immaginario identitario alternativo, che non la lascia mai e che spera di esorcizzare. Il suo gesto, tracciato senza pentimenti, si coniuga a questa volontà creatrice.

L’artista sembra cosi adottare una postura artistica “marziale”…

…invocando e concentrando tutta la sua energia sulla punta del pennello per liberarsi e liberare le sue immagini. Si invola e si inabissa. Immagini d’ali e di matrici, rivelare la gravità di un’umanità che potrebbe in qualunque momento scomparire sotto il peso di una vita, di una pietra, del mondo contemporaneo. Un’umanità che è anche la sua. E infatti, “Bisogna avere un caos dentro di sé per partorire una stella danzante” (3): sono queste le parole allineate lungo le pareti dello studio dell’artista che percorrono anche la sua opera.

Nos Folies di Valerie HONNART Ronde, 105×30, inchiostro di china su seta, 2019

Divisa tra forma e assenza di forma, tra scomparsa e sopravvivenzaValérie Honnart lascia palpitare un’emozione intima alla superficie della tela dove emergono e sprofondano corpi travolti da venti contrari.

Lao Tseu scriveva “La rete del cielo è immensa, le maglie sono larghe eppure nulla le sfugge” (4). Nello spazio a maglia stretta delle sue tele, senza via d’uscita, i corpi vanno e vengono, cadono, galleggiano, si abbracciano, danzano, si piegano, si contorcono. In perenne divenire, in fuga o in forza. E su di essi l’artista sembra far soffiare, in un sapiente amalgama di ispirazione asiatica e occidentale, di incarnazione e dissoluzione, un vento di tempesta interiore.

Tutto si infiamma e si allaccia, e soprattutto si approfondisce. Perché Valérie Honnart esplora anzitutto l’essere della sua pittura. Lo interroga, lo scava strato dopo strato, lacca dopo lacca, pigmento dopo pigmento. Come se al pari di Sisifo tentasse di riportare a galla un singolare chiarore fantomale.

Per questo nel suo lavoro appaiono risorgenze. Non dimentichiamo infatti che “Anche le immagini soffrono di reminiscenze” (5). Dalla profondità di un’opera può affiorare a ogni istante un’anima inquieta, una memoria insepolta. Che Valérie Honnart convoca attraverso mitologie personali e collettive. E con i suoi titoli: “Stelle danzanti”, “Gli orchi”, “Lavare le ombre”, “Furiosa”, “Abissi dove sibila il silenzio”, “Equilibrio instabile”, “Falling stars”.

Gli archetipi si succedono, in bilico tra sacralità e legge di gravità nel senso di giustizia. Ma anche di giustezza, fondatezza e punizione.

C’è in quest’artista, sensibile agli scritti di Emmanuel Levinas, la medesima volontà di rappresentare la “nudità umana” (6) nel suo dritto e rovescio. Con la sua oscurità e la sua possibile redenzione. La sua imperfezione tragica e il suo desiderio di elevarsi arrampicandosi su un albero, scalando una montagna, cercando un’isola. La pittrice fa della sua tela l’occhio del ciclone in cui viene messa in orbita tutta la natura umana fatta d’argilla e di divino.

Non c’è da stupirsi dunque che per questa mostra, Valérie Honnart abbia scelto di lavorare sulla continuità dell’ambivalenza cielo/terra. Appellandosi alle Erinni, divinità femminili dalle lacrime di sangue, incaricate di proteggere gli innocenti e di perseguitare i criminali. Fino a renderli folli affinché riconoscano la loro colpevolezza. Dal fondo dei loro nidi ctoni rappresentati da Valérie Honnart, le Erinni aspettano di essere chiamate al presente.

Nos Folies di Valerie HONNART Nos Folies, 115×42, lacca su legno, 2019

Le “Nostre follie” si invitano dunque nei suoi nuovi dipinti e nelle istallazioni. Si levano in un canto di sirene, sibilo femminile dalle virtù mortali ma anche salvatrici, liberatrici o, con un termine più contemporaneo, terapeutiche. Per una “Coincidenza di incontri” tanto cara all’artista, Martine Boulart ha nella sua famiglia un avo di tutto rispetto, l’abate Jamet. Che passò la vita a scacciare la superstizione e il diavolo dagli spiriti religiosi. Dichiarando che i folli non sono dei posseduti, ma persone colpite da una malattia guaribile. Chissà che il furore non trovi qui, nello spazio delle colline dell’Ermitage, un luogo di pacificazione.

                                                                                 Dott.ssa ESTHER SEGAL                                                                                                  

Nos Folies di Valerie HONNART

(1) Scritti dell’artista

(2) Gaston BACHELARD La Terra e il riposo. Le immagini dell’intimità

(3) Friedrich NIETZSCHE, Cosi parlò Zarathustra

(4) LAO TSEU Tao Te King, I.XXIII

(5) Georges DIDI-HUBERMAN, L’immagine insepolta

(6) Emmanuel LEVINAS, Totalità e infinito

Nos Folies di Valerie HONNART