Antonio Finelli – Una luminosa elegia dal Tevere all’Atlantico
Quando
Date(s) - 09/10/2020 - 15/10/2020
Tutto il giorno
Dove
Medina Roma
Antonio Finelli – Una luminosa elegia dal Tevere all’Atlantico
Una luminosa elegia dal Tevere all’Atlantico di Antonio Finelli dal 9 al 15 Ottobre 2020 presso Medina Roma Art Gallery.
La mostra è un dialogo elettivo tra i colori e le architetture di Roma ed Essaouira, un viaggio tra le luci di Marocco e Italia.
Testo a cura di Duccio Trombadori.
Opening: Venerdì 9 Ottobre 2020 ore 18.00
Apertura al pubblico: Lun – Ven 10.00 – 13.00 e 15.00 – 19.00
Antonio Finelli – Una luminosa elegia dal Tevere all’Atlantico
Ho visto nel tempo tante piccole tele dipinte da Antonio Finelli. Ho visto quelle figuranti il passaggio di imbarcazioni sul verde cupo della Sprea, col cielo riflesso sull’acqua e il ridondante fogliame portatore d’ombra nei parchi berlinesi; ho visto le terse luci della Città Eterna, le antiche rovine, le geometrie di facciate barocche, i blocchi marmorei e le file di pini che squadrano il volto metafisico di Roma; ho visto gli spalti merlati e i palmizi in aggetto tra il bianco e lo zafferano delle case marocchine, i portici e le arcate della Medina, i bastioni frangiflutto che guardano lontano sull’orizzonte a perdita d’occhio sull’Oceano Atlantico.
Ecco Berlino, ecco Roma, ecco Essaouira.
Sono luoghi prescelti e prediletti da Antonio Finelli, e lo accompagnano nel prediletto esercizio pittorico rivolto a perseguire uno stile conciso ed amorevole, inteso a catturare l’intimità di spazi dal cuore antico ed esperienze umane di vita vissuta. Luoghi dell’anima, insomma. Ma anche pretesti figurativi per decantare una speciale maniera di vedere.
Antonio Finelli si applica a descrivere con precisione sintetica ciò che ha visto badando bene a non compiacersi di ciò che illustra, a non indugiare troppo sul dettaglio narrativo.
Egli punta per questo alla cattura della luce di pieno giorno in mezzo ad architetture prive del cicaleccio e del tramestio umano, e ne rivela una fascinosa atmosfera visiva che associa senso e pensiero nell’immagine di un mondo immobile e incantato, tanto che pare di sentire il palpito del poetico “langage des fleurs et des choses muettes” così come lo sentiva e immaginava Baudelaire.
In questa singolare panoplia di ambienti e mondi rappresentati,
la facciata di Santa Croce in Gerusalemme, o le bianche architetture della stazione Termini, intrecciano un dialogo corto con la fortezza, i muri bianchi e cangianti, le torri e i bastioni di Mogador (Essaouira) dove finalmente legano in dissimile e fascinosa armonia le culture araba, ebraica e nord europea.
In questa sensibile presenza di una continuità espressiva vale soprattutto il passaggio della luce che si deposita sulle cose viste: una luce invigorita dall’aria marina, quella brezza atlantica che incastona i contorni e gli spazi in una consonante armonia compositiva.
Così Antonio Finelli immagina il paesaggio come ‘natura silente’ e prosegue costante il suo dialogo espressivo con la lezione estetica ricavata dai maestri della ‘Scuola Romana’ rivisitandola e facendola rivivere in modo originale nei luoghi dove il suo sguardo si deposita (esemplare il Marocco).
E’ una pittura colta, la sua, che nasce dalla meditazione e dal pensiero riflesso e raggiunge però un alto grado di libera espressione. Anche per questo motivo l’elenco misurato di paesaggi, incisi come cammei nella luce e nel colore, rivelano l’impronta di uno stile che si afferma nella variabilità dei temi e dei soggetti: è il segno di una espressione eccellente che, senza cedere alla tentazione dell’ uniformità, mette in scena le corrispondenze e le toccanti emozioni di una confortante elegia luminosa partita dalle sponde del Tevere per arrivare ai bordi dell’ Atlantico.
Duccio Trombadori
FROM THE TIBER TO THE ATLANTIC: AN ELEGY RADIATING LIGHT
Over the years I have seen many of Antonio Finelli’s small canvasses: some depicting the boats wending along the dull green river Sprea, where the sky is reflected in the water and the abundant foliage of the trees provides shade for Berlin’s parks; the Eternal City and its crystalline light, the ancient ruins, the variously geometrical Baroque facades, the blocks of marble, and the lines of pine trees which frame the metaphysical features of Rome; I have seen the crenellated parapets and the leaning palm trees of Moroccan houses whose colours range between white and saffron, the arcades in the Medina and the fortified breakwaters looking out as far as the eye can see towards the Atlantic Ocean.
I’m referring of course to Berlin, then Rome and also Essaouira.
These arethe places chosen and well -loved by Antonio Finelli which are forever present in his painting, where his precise yet caring style aims at capturing the intimate recesses of the ageold heart and human experiences of life truly lived. In short, these are places of the spirit, but also figurative pretexts for celebrating his individual mode of discernment.
Antonio Finelli offers a precise synthetic description of what he has seen, but carefully avoids any self -satisfaction with what he illustrates and is economical in his narrative detail.
Therefore he focuses on capturing full daylight on unadorned architecture, untrammelled by humans : this yields a fascinating visual atmosphere where feeling and thought are associated in an image of an enchanted, motionless world, and where one can almost hear the pulsing of what Baudelaire felt and imagined as :” the language of flowers and word- less things.”
In this quite unusual juxtaposition of different environments and worlds,
a brief dialogue can be traced between the facade of Santa Croce in Gerusalemme or the white lines of the Termini station, and the fortress, the white and foreverchanging colours of the walls, and the Mogador towers and bastions in Essaouira ,which finally binds Arab, Hebrew and North European culture into a rare yet seductive harmony.
There is sensitive continuity in this approach, the main component is the movement of light which falls on the objects observed: this light is enlivened by the sea air, the breeze from the Atlantic, which emphasises the outlines and spaces and ensures an harmonic composition.
Antonio Finelli depicts the landscape as “quiet nature “ and continues his dialogue, drawing on the lesson in aesthetics indicated by the leading artists of the Scuola Romana; these values are given new original life in his view of the places he visits, in Morocco, for example.
His is cultured painting emanating from meditation and reflective thought, yet achieves a high level of free expression. This is why his limited numbers of landscapes, sculpted in light and colour like cameos, reveal the mark of a style plainly stated in the various themes and subjects. It is also the mark of excellent communication, in no way tending towards uniformity, which presents the affinities and emotions of a serene, radiant elegy, which began on the banks of the Tiber and reaches the shores of the Atlantic.
Duccio Trombadori
Traduzione di: Clare Norman Cuzzer
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