Animas e Animales di Giampiero Pippia
Quando
Date(s) - 16/10/2020 - 22/10/2020
Tutto il giorno
Dove
Medina Roma
Animas e Animales di Giampiero Pippia – Sa terra de sos pastores
Dal 16 al 22 Ottobre 2020, presso l’Art Gallery Medina Roma, Animas e Animales di Giampiero Pippia. Sa terra de sos pastores, mostra personale dell’artista a cura di Alessia Caforio.
L’artista, nel rivendicare le sue origini sarde, ci conduce in un viaggio fatto di emozioni, ricordi, sensazioni, profumi e suoni condensando lo Spirito ed il richiamo primordiale di una terra misteriosa, “Sa terra de sos pastores”.
Inaugurazione: Venerdì 16 Ottobre ore 18.00
Apertura al pubblico: Lunedì – Venerdì 10.00 – 13.00 e 15.00 – 19.00
Sa terra de sos pastores
Il nesso indissolubile dell’uomo con la propria terra e con gli animali è fulcro della tradizione sarda. Ed è qui che si sviluppa l’espressione di Pippia, che attraverso le proprie opere evoca la battaglia ancestrale contro la vulnerabilità dei popoli.
Quella dei pastori sardi è una transumanza “inversa”, poiché invece di salire, essi scendono dalla montagna verso la pianura, spinti dai primi freddi, alla ricerca di migliori condizioni ambientali.
Una discesa tumultuosa e diversa di paese in paese, così come sempre diverso è il luogo dello svernamento (ierradorzu). Ma nel corso di questo lungo cammino il pastore, fattosi ramingo, affronta un vero e proprio esilio (disterru) di solitudine, di silenzi e lontananza.
Percorrendo sentieri impervi ed avvicinandosi alle parti più nascoste del proprio io, fino ad entrare in connessione totale con la natura. La quale trascende dalla realtà fisica per divenire dimensione sacra.
Una sacralità che affonda le proprie radici profondissime nel mondo italico pre-romano con relazioni misteriose con il mondo etrusco. E che pure vedrà nel pastore una figura fondamentale nel mito della Fondazione di Roma.
La tempra dei sardi suscita da sempre fascino e timore: “chi sa il fatto suo” è balente, sa usare la forza quando necessario e può contare sulle proprie capacità fisiche.
E accanto all’immagine volitiva della sua gente, la Sardegna ci offre i misteri tuttora insoluti della civiltà nuragica, fra miti guerrieri e rituali apotropaico-religiosi in onore di numi agricoli e pastorali.
La mostra di Giampiero Pippia testimonia quasi un patto fra l’isola e i suoi uomini, rievocato nei murales sardi e nella lirica più bella di Grazia Deledda.
“Siamo una terra antica di lunghi silenzi,
di orizzonti ampi e puri, di piante fosche,
di montagne bruciate dal sole e dalla vendetta.
Noi siamo sardi.”
Alessia Caforio
Animas e Animales di Giampiero Pippia: parola all’artista
“Il senso di questa esposizione vuole, come da me pensata, evidenziare lo stretto rapporto tra Uomo e animale, e l’amore incondizionato della propria Terra.
Queste Opere, realizzate con vecchie tavole, ferro, stoffe, pietra, cartoncino, tela, lino, vengono utilizzate per poter descrivere la Isola. Con ricordi, sensazioni, origini, tradizioni, legame indissolubile con il proprio gregge, arcaico e fondamentale sostentamento.
La Madre Terra. Il Mare.
Le pietre scolpite dal vento.
Questo Popolo, conquistato nei secoli, vittima di carestie, calamità, sottomissione, ha avuto timore e sospetto per secoli. A volte chiuso, ma leale.
Il suo isolamento ha generato un Popolo, che con tenacia e orgoglio, ha mantenuto da sempre i suoi costumi, le tradizioni, le costanti celebrazioni che esaltano con forza i loro raccolti, i propri animali.
Fin da piccolo, sono stato travolto dalla bellezza del suo mare, dal vento, dai suoi profumi.
Una Terra magica. Dove ancora i suoi silenzi, mi parlano di una antica Isola.
Un ringraziamento per la collaborazione a:
Elena Tsarenko
Stefano Canettieri
Valerio il Pastore”
Giampiero Pippia
Biografia
Giampiero Pippia nasce ad Oristano il 7 Gennaio 1965. La Sardegna, che gli ha dato i natali e dove ha vissuto fino al suo trentesimo anno, lo accompagna tuttora con i suoi ricordi. Il legame con la propria Terra non si è mai estinto.
Semmai Pippia lo ha rafforzato attraverso la pittura, dapprima di paesaggi marini e campestri. Poi attraverso altre forme per esprimere la parte più profonda e intima dell’Isola: arcaiche credenze, pastorizia, abbandono, audacia ed orgoglio.
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