Edoardo Formica, la mostra personale

Edoardo Formica, la mostra personale
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Quando
Date(s) - 10/05/2024 - 16/05/2024
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Dove
Medina Art Gallery


Dal 10 al 16 Maggio 2024 Medina Art Gallery presenta la mostra personale di Edoardo Formica “Senza essere nessuno, frammenti senza tema” a cura di Valeria Ruffini Ferranti, nella gallery di Via Merulana 220 a Roma.

Opening Event: Venerdì 10 Maggio alle ore 18

Edoardo Formica

 

 

Dal titolo della mostra: Senza essere nessuno. Allora essendo qualcuno? È questa la prima cosa che ho pensato quando mi sono trovata di fronte alle opere d’Arte di Edoardo Formica. Egli stesso, in primis, le presenta come il frutto casuale di incontri, passeggiate, peregrinazioni tra le strade eterne di Roma; in un certo senso le nega, esaltandone la natura fortuita e quasi accidentale. Non per svilirle certo, né per carenza di autostima: ma da questa negazione, che ci pone in una condizione d’animo particolare, le fotografie ne escono illuminate da una luce inaspettata, quella della scoperta che non credevamo di fare.

Formica non va in cerca dello scatto perfetto, è lo scorcio, la situazione, il cartellone pubblicitario, la scena metropolitana che cercano un osservatore attento e lo trovano proprio in Edoardo che sa cogliere le opportunità che ai più, nella caotica capitale, tra una corsa in taxi e un treno in ritardo, sfuggono. L’artista sa dunque captare quelle porzioni di realtà che tutti, costantemente, abbiamo sotto gli occhi, ma che non sappiamo più cogliere con l’innocenza e l’ironia spensierata di un bambino. Questo fa Edoardo Formica, guarda le cose con la naturalezza e la semplicità di chi se le trova per la prima volta davanti e ce ne restituisce una visione pura, entusiasta, meravigliata: il ritmo frenetico della quotidianità e il turbinio del vivere moderno annichiliscono la nostra sensibilità e addormentano l’io creativo.

Due ragazzini che giocano…

…un passeggino al sole, un’immagine in vetrina, il riflesso della luce sui gradini: la città intera si trasforma in un panorama di prospettive, di scenari, di vedute cui attingere a piene mani. È necessario però compiere un passo indietro, ammettere in un certo qual modo che siamo colpevoli e che per un motivo o per un altro non riusciamo più a cogliere le infinite sfumature che il mondo circostante ci offre; non siamo più capaci, da soli, di meravigliarci di ciò che esiste intorno a noi. Ecco, dunque, che la figura dell’artista, come un vero e proprio deus ex machina, interviene per farci dono di una cosa molto preziosa: un nuovo punto di vista, un’ottica alternativa alla solita.

Formica ci chiede di ascoltare in rime sparse il suono della sua arte, di raccogliere i frammenti delle sue fotografie, di lasciarci guidare dal bagliore della sua intuizione per scoprire una Roma in cui le epoche storiche, i cambiamenti socioculturali, le mille etnie, i mezzi di comunicazione vecchi e nuovi si sovrappongono e si intrecciano, perseguendo e mantenendo un equilibrio delicatissimo che la rende, nei secoli, eterna. Fotogrammi di un mondo esteriore, dunque, ma anche scorci di un’intimità quotidiana, scatti che raccontano un modo di approcciare alla vita, un’essenza, una personalità: quella del loro autore. È lo stesso artista, del resto, a sottolineare il legame intrinseco con la fotografia stessa e poi con la città natale che gli offre infiniti spunti di creazione e riflessione…

Leggiamo infatti, di suo pugno, dalla biografia…

“Ora che mi leggi, e che scrivo ricercando brevità e sintesi penso che adori la fotografia. A parte un più o meno breve recente corso, sono totalmente autodidatta. In compenso, dall’età di circa sedici anni, tra macchine fotografiche analogiche, ho avuto ed ho la fortuna di poter fotografare in generale molto, in particolare Roma.  Mia città natale nel 1976. Solo nel 2019 invece, altra data importante, sono passato al digitale. Mi sono sempre considerato un solitario. Una qualità, quasi una necessità. Nella fotografia secondo me, nella vita un po’ meno… Ora finalmente parlo. Ma, mi dicono, anche troppo a volte. La fotografia invece è sintesi. È intuizione, costruzione e definizione di un singolo attimo.

E forse, oltre che attimo, è stata ed è per me come un secondo cuore, un secondo battito. Ha battuto e detto di e per me, quando non mi esprimevo mai. Mi sintetizza ora che invece, a volte, parlo o scrivo troppo. Tanto che avevo infine deciso, da che ne parlavo molto e in dettaglio, di lasciare che le mie foto ad eccezione di quello di cui sopra o poco altro, se hanno come spero qualcosa da dire, parlassero da sé. Ma si cresce e si cambia.

E tra consigli esterni e un mio ripensamento, ora le mie foto viaggiano insieme a qualche parola. Mi raccomando però, che ciò non vi costringa in nessun modo nella loro visione e fruizione. E ricordate. Come semplice consiglio. Fruite le foto come capiterà. Come a me capita di trovarle in giro. In fotografia, almeno fino ad oggi, non seguo un ordine. E del resto. è una mostra senza tema. Buona “visione” …”.

 

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