Franca Fabrizio a cura di Marta Lock
Quando
Date(s) - 28/10/2022 - 03/11/2022
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Medina Art Gallery
Dal 28 Ottobre al 3 Novembre 2022 Medina Art Gallery presenta Realtà immaginaria, sogni e ascolto del mondo interiore nell’Espressionismo di Franca Fabrizio, mostra personale di Arte Contemporanea di Franca Fabrizio. Con presentazione e testo critico a cura di Marta Lock.
Opening Venerdì 28 Ottobre alle ore 18 nella gallery di Via Merulana 220.
Testo critico a cura di Marta Lock
Tutto ciò che appartiene all’attualità, alla quotidianità, tende a distaccare l’uomo contemporaneo da quel contatto con le profondità del sentire che costituiscono la sua stessa essenza, provocando di conseguenza un allontanamento da tutta quella dimensione emozionale, di connessione con le energie che avvolgono l’esistenza. Alcuni artisti sentono il bisogno di recuperare quel contatto e lo fanno astraendosi dalla realtà osservata per entrare in un universo immaginario dove il sogno, la fantasia possano trovare terreno fertile per dare vita a una terra di mezzo in cui tutto può essere possibile, dove le emozioni possano rivelarsi nella loro spontaneità e immediatezza. Franca Fabrizio appartiene a questa categoria di creativi.
L’esplorazione delle emozioni…
…ha costituito il punto centrale di interesse e di elaborazione dello stile pittorico chiamato Espressionismo, partito dalle innovative idee dei Fauves francesi che stabilirono e attuarono un vero e proprio distacco netto da tutta l’arte precedente, più legata all’estetica, alla perfezione delle forme e al forte legame con le regole accademiche. Le linee guida ipotizzate da Henri Matisse, André Derain e Maurice de Vlaminck andavano verso un nuovo modo di fare arte in cui tutte le regole erano sovvertite e destabilizzate, dalla prospettiva al chiaroscuro, dalle tonalità reali al disegno classico da cui partire per descrivere i soggetti protagonisti, tutto era modificato per dare rilevanza a quel mondo emotivo, a quel sentire interiore troppo spesso lasciato in disparte per prediligere l’armonia e la bellezza. Per i Fauves ciò che contava invece era l’irruenza emozionale, un assecondare il tratto rapido e la scelta della gamma cromatica alle profondità dell’artista trasformando di fatto l’atto pittorico in una narrazione si sensibilità, di osservazioni, di ricordi senza passare attraverso il filtro della razionalità.
L’Espressionismo assorbì di fatto le prime teorie fauviste,
…rielaborandole e adattandole al paese di provenienza degli artisti che aderirono alla corrente artistica, risultando così più cupo e riflessivo nel Nord Europa, come nelle opere di Edvard Munch o in quelle di Emil Nolde, più critico nei confronti della superficialità e dell’ipocrisia della società dell’epoca, come nelle tele di Oskar Kokoshka e di James Ensor, più intimista e ed esistenzialista quello di Egon Schiele, per finire a quello più ingenuo e fanciullesco degli artisti francesi tra cui non si può non citare lo stesso Henri Matisse e il sognatore per eccellenza, Marc Chagall. L’artista di origini umbre ma naturalizzata valdostana Franca Fabrizio mostra la medesima anima fantasiosa e idealista di Chagall pur optando per un suo linguaggio personale, dove la realtà si mescola con l’idealismo, dove non perde di vista l’attualità e le tematiche principali del mondo contemporaneo pur cercando una dimensione in cui elaborare, o forse sarebbe meglio dire ipotizzare, una via d’uscita per l’animo umano, un luogo dove rifugiarsi e credere che tutto possa essere possibile, in equilibrio tra ciò che può essere migliorato e quella tendenza verso la purezza che troppo spesso viene soffocata dal vivere quotidiano. Nelle sue tele in cui la raffigurazione è semplificata, ciò che è reale e abitualmente sarebbe circoscritto a un determinato ambiente coesiste con altri elementi contribuendo a infondere all’insieme un aspetto possibilista, una mescolanza attuabile solo nel mondo dell’arte, forma espressiva in grado di fondere fantasia e tangibilità generando un universo parallelo che funge da protezione ed elevazione dell’individuo il quale, a quel punto, non teme più il contatto con la sua interiorità.
La gamma cromatica in alcune opere…
….è più affine ai colori del sogno, dell’immaginario, come l’azzurro, celeste, il verde, mentre in altre, quelle nelle quali la narrativa si sposta verso temi dell’attualità, le tonalità si ampliano, assumono caratteristiche più incisive, più intense proprio perché catartiche nei confronti dell’argomento che Franca Fabrizio sceglie di affrontare. Il mondo animale e il mare si legano fortemente all’approccio fanciullesco e sognante che contraddistingue la produzione principale di Franca Fabrizio, quanto la figura umana viene sollecitata a comprendere le energie portatrici di modificazioni, di cambiamenti, di eventi destinici di cui spesso l’individuo non riesce a cogliere i segnali, i messaggi che solo attraverso lo sguardo dell’anima, l’occhio spirituale, possono essere letti e correttamente interpretati; anche i personaggi meno positivi sono rappresentati dall’artista in maniera semplificata, spogliandoli dell’aspetto più minaccioso e sottolineandone invece il lato inconscio, quasi come fossero inconsapevoli delle reali conseguenze che il loro comportamento può generare.
L’opera Si vis pacem para bellum…
…racconta di quella serie di protagonisti del tempo presente e di quello passato che non hanno saputo cogliere l’importanza del ruolo che hanno o hanno avuto, mettendo letteralmente a rischio l’umanità a causa della loro brama di potere; eppure sotto lo sguardo spontaneo e naturale della Fabrizio, quegli stessi autori di iniziative pericolose sembrano quasi innocui, neutralizzati dalla semplificazione espressiva che li rappresenta come fossero marionette governate e mosse da una forza superiore, quella della loro inutile arroganza che li porterà verso l’autodistruzione e li farà passare alla storia nel modo peggiore. La figura femminile che porta il ramoscello di ulivo sembra voler richiamare all’ordine il genere maschile troppo competitivo e irragionevole per pensare davvero in grande e dar vita a equilibri di pace e di serenità di cui l’umanità ha bisogno. Il tratto espressionista tende quasi verso il Simbolismo alla Hieronymus Bosch, per la caratteristica di riempire la tela di immagini, personaggi e simboli apparentemente incongruenti gli uni rispetto agli altri infondendo confusione e al tempo stesso attrazione nell’osservatore il cui sguardo tende a perdersi, a soffermarsi, a individuare tutti i dettagli. Come nell’opera La forza del destino in cui Franca Fabrizio racconta tutto ciò che può accadere, in maniera ineluttabile, trascinando letteralmente l’essere umano in un concatenamento di causa ed effetto che lo condurrà esattamente dove dovrà essere; anche in questa tela la sensazione è di trovarsi davanti a un sogno in cui tutti gli elementi sono presenti davanti allo sguardo, senza un piano prospettico, senza un prima o un dopo bensì con un susseguirsi di dettagli che diventano chiari nel momento in cui vengono esplorati, portati alla luce nella fase incosciente per raggiungere poi la parte più razionale, spesso distaccata dalla sensibilità e dalla conoscenza dell’anima.
Ma il mondo più fiabesco,
…quello in cui la fantasia della Fabrizio si lascia andare a un mondo ideale fatto di purezza, di serenità e di tranquillità, emerge nel momento in cui rende protagonisti i cavalli, che rappresentano il senso di libertà ma anche l’attitudine all’equilibrio, il loro essere selvaggi eppure solidi e concreti, il loro non lasciarsi imbrigliare pur scegliendo di fermarsi solo quando lo scelgono, quando ritengono che il momento sia giusto. Costituiscono in fondo la metafora dell’essere umano o forse un’indicazione, un suggerimento da parte dell’artista ad assorbire quelle caratteristiche e quel tipo di atteggiamento per scoprire la bellezza e l’ebrezza di non avere condizionamenti se non quelli della propria natura. E poi ancora il mare, protagonista di avventure raccontate in maniera lieve dalla Fabrizio, come se fosse un mondo magico dove tutto è più leggero, affascinante, coinvolgente proprio per quel senso di libertà che ne emerge, quella capacità di condurre altrove lasciandosi cullare dal suo perpetuo movimento; anche in questa serie di opere, come Libertatem esse o Sfide, l’allegoria conduce a una riflessione sull’atteggiamento migliore per affrontare l’esistenza, alla consapevolezza dell’importanza di lasciare che il flusso energetico conduca verso la destinazione più naturale, ascoltandone i suggerimenti e agendo affinché le trasformazioni possano avvenire. E l’acqua rappresenta l’elemento mobile per eccellenza, contrapposta alla terra che spesso è identificata con la staticità, l’incapacità di distaccarsi da radici che tendono a diventare vere e proprie gabbie; è solo seguendo il flusso degli eventi che si può prendere atto della propria vera natura, della necessità di vivere secondo le sue regole in grado di trasformare l’insoddisfacente realtà in un sogno. Franca Fabrizio espone regolarmente in Italia e all’estero, ha recentemente partecipato a una mostra collettiva in Norvegia, e la mostra del 28 ottobre presso la Medina Art Gallery di Roma sarà la sua prima personale al di fuori della Valle d’Aosta.
Marta Lock
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