La luce di Roma mostra personale di Antonio Finelli
Quando
Date(s) - 03/05/2019 - 16/05/2019
Tutto il giorno
Dove
Medina Roma
La luce di Roma mostra personale di Antonio Finelli
La luce di Roma mostra personale di Antonio Finelli – artista romano – dal 3 al 16 Maggio 2019 negli spazi Medina Roma. Finelli vive e dipinge nel Rione Esquilino; realizzando suggestivi scorci e paesaggi metafisici della capitale, in cui gli unici protagonisti sono la luce ed i colori.
Opening: Venerdì 3 Maggio ore 18:00.
Apertura al pubblico: Lun-Ven 10:00-13:00 / 15:00-19:00.
La luce di Roma mostra personale di Antonio Finelli
La luce di Roma nel secolo buio Testo a cura di Duccio Trombadori
Antonio Finelli dipinge la città di Roma con la spontanea freschezza di un bambino meticoloso e sapiente. Strade, piazze, vie, basiliche, alberature e parchi, qualificano per eccellenza il panorama romano; e diventano ai suoi occhi una scoperta che il pittore effettua modellando prospettive ravvicinate e consolidate dal fascio integrato di luce e colore. La pittura è semplice e immediata, perché aderisce spontanea alle cose viste: sigilla il vero per gradi sovrapposti, con tarsie modellate di colore verde, celeste, rosso, giallo e viola.
Colosseo al mattino
Se ne ricava una atmosfera di spazio costruito in un avvolgente pulviscolo luminoso; terso e silente, che riecheggia i mondi formali della più meditata ascendenza ‘primitiva’ del ‘900. Il pensiero estetico va subito alla memoria dei piccoli cammei intarsiati da Riccardo Francalancia; quei paesaggi romani e umbri così levigati e sintetici, cui Finelli sembra riferirsi senza indulgere troppo alle predilezioni giottesche; visto che il suo disegno costruttivo celebra il trionfo sparpagliato della luce romana, sempre un po’ eccessiva; e nel suo caso accoppiata per taluni passaggi compositivi al cromatismo vivido, quasi cinematografico; assolutamente rispondente al vero per un disegno lontano da citazioni…
…ed assai più vicino ad una specie di effetto sospeso in pieno sole che un po’ sente la eco di una hopperiana ‘american sceene’.
Il paesaggio romano sopradeterminato dagli effetti quasi artificiali di luce-colore ci immette allora in una atmosfera di moderno emblema; dove l’ unico elemento umano e narrativo si rivela l’ occhio prensile e inquirente del pittore-osservatore: con l’effetto di suggerire l’ipotesi di un paradigma indiziario dove ogni elemento del paesaggio è potenziale luogo di drammi vissuti che non abitano più qui.
Il dipinto di Finelli è incantato e al limite dell’idillio, elegante e patinato, e però il suo racconto per figure imprime l’effetto di una certa elettricità visiva, quale brivido di storie immaginabili ed eventi non detti e pure enunciati da particolari di vita assente-presente: la pensilina dell’autobus, la segnaletica stradale, le rotaie del tram, una automobile parcheggiata sotto le mura antiche…
Così egli consolida il capitolo novecentesco della pittura che si è dedicata alla città…
…ma non si ferma a rinvenire gli impasti postimpressionisti; le varianti estetiche del purismo neoclassico e tonale, il lirismo infuocato dal colore espressionista, l’arabesco proiettivo del segno futurista; i modi del verismo in tutte le sue figure espressive, dalle social-neorealiste a quelle di un diligente e scrupoloso appello naturalista.
Questo patrimonio di cultura scorre, nella pittura di Finelli, come sicura memoria dei preziosi apporti della ’scuola romana’ declinata dall’ interferire delle immagini: c’è la eco puntigliosa di Donghi; la luce di Melli, Bertoletti e Pasquarosa; come quella plastica di Trombadori, e tonale di Capogrossi, Mafai, Omiccioli e Tamburi…
Piazza Vittorio
In questo squillare armonizzato dei colori in uno spazio vuoto, contornato di architetture e di parchi alberati; le arterie urbane imbevute di colore tracciano le linee guida di un percorso immaginario e al tempo stesso topografico; col tram che passa per la Via Labicana; dove il Celio si protende incontro al Colosseo; e l’Aventino guarda pinnacoli di chiese e larghe alberature al di là del Circo Massimo; con le maestose cattedrali di San Giovanni e Santa Croce in Gerusalemme che fanno risuonare i loro marmi scintillanti di bianco sovrapposto all’azzurro di un cielo pulito e quanto mai sempre più blu…
In questo panorama silente, curato e tornito da pennellate dense e meditate, si manifesta la ‘Roma ideale’ che Antonio Finelli intende figurare:
…una Roma attraversata da uno sguardo delicato e incisivo; che mette in opera una coraggiosa linea immaginativa e restituisce libertà di espressione alla pittura come ‘deposito creativo della sensazione’. Quella Roma in tal modo concepita e trasfigurata appartiene al suo eccellente autore; Antonio Finelli, che ha avuto il merito di far partecipare chi guarda alla sua intensa espressività. Una Roma di oggi, ma che sarebbe piaciuta a Cardarelli e Giorgio Vigolo; come anche ad Antonio Respighi e a tutti coloro che ne hanno trasfigurato la placida e accogliente luminosità in una simbolica e metaforica ‘città dell’anima’. Una Roma che si mantiene nel tempo, si tramanda nell’arte, sopravvive al secolo buio.
La luce di Roma mostra personale di Antonio Finelli @medinaroma